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Un settore in forte crescita

... che deve ancora esprimere il proprio potenziale

Il comparto biotech in Italia registra un incremento di tutti i principali indicatori economici con un numero di imprese che si attesta stabilmente attorno alle 700 unità. Al tempo stesso si rileva una maggior diffusione delle attività sul territorio anche se una reale emersione di nuove aree rispetto a quelle di tipico insediamento (Nord Ovest e Centro) potrà avvenire solo in seguito alla crescita dimensionale del tessuto produttivo.

Gli investimenti complessivi in R&S delle imprese censite ammontano a 2,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti in R&S biotech superano i 770 milioni. Questi ultimi registrano una crescita di oltre il 7% rispetto al 2016 e del 25% rispetto al 2014.

Rispetto alle attività manifatturiere, l’incidenza degli investimenti in R&S sul fatturato per le attività biotech è notevolmente superiore: di 4 volte per le aziende biotech in genere; di 9 volte per le imprese dedicate alla R&S biotech; di ben 20 volte per le imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano.

Il 49% delle imprese biotech ha come settore di applicazione prevalente quello legato alla salute umana, che storicamente si connota come il settore che per primo ha dato impulso allo sviluppo delle tecnologie biotech. Il 39% delle imprese biotech ha come attività prevalente la produzione e/o lo sviluppo di prodotti e servizi per applicazioni industriali o ambientali (29,9%) o per applicazioni veterinarie, agricole e zootecniche (8,6%) e rappresenta in gran parte una delle principali leve innovative per i settori della bioeconomia. L’area delle applicazioni in Genomica, Proteomica e Tecnologie Abilitanti GPTA risulta presente nel 12% della popolazione di imprese.

(Tratto da “BioInItaly Report 2020” a cura di Federchimica e Assobiotech)

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